Archivio | novembre 2008

Van Gogh, la pioggia, l’Avvento…

La neve, la pioggia, il cielo arruffato ed ostile, una pausa ieri, al risveglio qualche strappo d’azzurro qua e là, la finestra grande sul cortile, l’albero di cachi che ravviva lo sguardo con le sue regalie arancioni, le gocce che imperlano il gelsomino, la colazione rilassante, i baffi di zucchero a velo.. in auto verso Brescia, lieve foschia sul limitare dei campi, a ridosso dei monti, la terra color cioccolato, i fossi colmi d’acqua, i tappeti di foglie gialle e marroni, le fabbriche con i loro fumi che si confondono con le nuvole e poi il picnic invernale sul belvedere sotto il castello, le mani che si ghiacciano nel tenere il panino, i passeri ed i piccioni che si contendono le briciole, la scatola con il dolce appoggiata alla panchina, dalla balaustra le cupole, i tetti, le antenne, le chiese, i palazzi, le sfumature all’orizzonte, gli alberi spogliati ed infreddoliti… La mostra sui disegni e dipinti di Van Gogh, un percorso silenzioso ed attento, passo dopo passo, concentrata nel leggere, comprendere, osservare, emozionarsi di fronte alla grandezza dell’artista, lo scambio di commenti ed impressioni, la complicità nel "vivere" le stesse sensazioni ed il regalo, nell’ultima sala, di alcuni dipinti: la gioia dei colori e la forza di ciò che era rappresentato, la passione degli ulivi, dei cipressi, del cielo, del giardino… un godere della bellezza!
La cioccolata con vista sui tetti, una pioggerellina fine che immalinconisce il ritorno..
Ed oggi la pioggia si riprende la scena con largo uso di effetti speciali, dissuadendo dalle passeggiate.. compiti, faccende domestiche, la composizione di candele per l’Avvento, con l’agrifoglio pungi-mani, il tulle rosso, seguita dalla creazione di una busta rossa gigante che contiene a sua volta delle buste verdi con i biglietti rossi sui quali scrivere i pensieri domenica dopo domenica e mentre uso il pennarello argentato : "mamma, non sapevo tu sapessi anche scrivere bene".. ed il compasso disegna cerchi sui quadrati, la candela profuma la cucina …niente torte oggi, c’è la sperimentazione con il collegamento adsl, niente a che spartire con le connessioni spaziali promesse dal contratto, ma pare che i miglioramenti ci siano… Perlomeno posso caricare le foto su Flickr..
La pioggia avvicina l’ora del buio, la domenica sfuma, la malinconia tratteggia i pensieri, i desideri si mettono al riparo…

E mi pare che  ci sia poco posto per le mete, per i racconti, per le conversazioni, ma nello stesso tempo apro finestre nuove, ho regali dagli incontri, allungo lo sguardo per scoprire l’angolo celato ed il posto diviene elastico, si aggiunge una tasca, si annoda un altro filo… bello!

Erika Burkart
Le grazie del quotidiano

Vedere, d’inverno,
alzarsi da un bosco una colonna di fumo
come se uno spirito
facesse a un altro un segno.
Non poter contare i gabbiani
sul campo di nebbia dissodato,
pensare al cammino dell’acqua,
al tempo delle pietre –
Entrare col gelo tra le ciglia
in una stanza dove arde il fuoco,
scaldarsi le mani sulla teiera,
dare ascolto al cuore
fuori di sé
per null’altro che la vita
cosí breve,
che ci ricorda che
prima che fosse tardi
abbiamo visto le stelle
Gemma, Capella,
rabbrividendo di notte
accanto alla stufa spenta
mentre il vento
batteva alla finestra
e in un cielo
come di ghiaccio chiaro
agli alberi cresceva
una corona di neve.

 

L'ingresso alla mostra. Foto di Sebastiano.

Questa voce è stata pubblicata il 30 novembre 2008. 5 commenti

Diario settimanale… senza foto, ahimè..

Lunedì 18 novembre
Buona sera e buona continuazione di settimana..
 
Ahimè sono ancora alle prese con l’analogica e quindi tempi biblici per il collegamento, l’apertura di una email, per non parlare dell’invio, anzi spesso la pagina "galleggia" sospesa e non si decide a partire… ufff!  Impensabile caricare foto su Flickr per integrare il post.
E mi spiace proprio non essere più presente, non raccontare più spesso, non leggere i blog delle persone amiche…
 
Venerdì scorso, nel primo pomeriggio, quando il vento aveva racchiuso con forza i nuvoloni grigi e piagnucolosi dentro ad un grande foulard, nascondendolo chissà dove dietro le montagne, la luce ha donato allegria all’albero dei cachi che colora la grande finestra, un carosello festoso di passeri lo rincuorava, per nulla intimoriti dalla danza passionale dei pini, che da impettite sentinelle si trasformavano in vigorosi direttori d’orchestra… Si poteva sperare in ore d’azzurro…
 
E così neanche questo sabato si son viste le sete, i veli, i cotoni dell’estate abbandonare il loro posto dentro ad uno straripante armadio e migrare verso luoghi più spaziosi.. no, son rimasti a conversare con i tessuti pesanti, infilati in spazi angusti, a far invidia ai tailleur di lana, a spettegolare sul profumo di lavanda e sui granellini alla magnolia…
Anche se sarei tentata – vista la temperatura tropicale del nostro ufficio – a rimetterne in uso qualcuno.. il problema è il percorso a piedi fra il parcheggio e gli uffici, con i cinque gradi di stasera si rischia grosso!
 
Affascina sempre la laguna in versione blu scuro, come sabato sera, con quei disegni di luce che galleggiavano a semicerchio, quasi come un lavoro di traforo nel velluto notturno, con una luna vestita da gran signora in broccato avorio.. e la domenica mattina, Chioggia, ha regalato i suoi colori intensi incastonati nella limpidezza di un azzurro che il vento aveva già rassettato ben bene.. Il mercato del pesce, con l’inconfondibile odore, le voci dei venditori mescolate ai compratori, un brusio con improvvise dissonanze, i gabbiani di vedetta tutt’intorno, bianchi e grigi contro l’amaranto del palazzo.. Nel pomeriggio la spiaggia, lunga, finalmente orfana di ombrelloni e lettini, di altoparlanti rumorosi, generosa di conchiglie, tronchi, rami, alghe, orme sulla bassa marea, andirivieni continuo sulla battigia, non si può esimersi dal rito della raccolta – magari qualche conchiglia la diamo a Susanna, beh, sì, vediamo, ma questa non ce l’ho, questa è diversa, guarda che forma – e la giornata si conclude con gli inevitabili compiti, sigh, anche di domenica sera… ma cosa le hanno inventate a fare le scuole per le ragazze undicenni che hanno in mente tutt’altro!!
 
E la settimana inizia ancora una volta con lo studio della storia, ancora Sparta e Atene – stavolta i termini escono con più facilità – , gli Etruschi – per cosa si sono distinti? allora, un attimo, ecco… Sofia, sveglia! – , la nascita dell’antica Roma – ma allora il Senato come era composto?…e via di seguito – . Alle dieci giravano più sbadigli che risposte..
"Mi fa proprio incavolare la professoressa di musica, ci ha dato le copie perchè in classe c’era chi chiaccherava durante la distribuzione delle verifiche. Io le ho precisato che non stavo chiaccherando e non era giusto che le dovessi fare.. Non c’è stato niente da fare.. Ma non si fa così!!" 
 
Al martedì passo io a prenderla all’una, oggi sale tutta scura in volto, è irritata con la prof di educazione fisica, le ha dato otto per l’esercizio di salita e discesa sulla pertica, uff… per qualche centimetro ha visto sfumare il nove..:-)
Ci teneva visto che son gli unici voti alti che circolano nel libretto…
Meno male che stasera non si replicava con i ripassi, ma circolavano popcorn, castagne arrostite nella padella – rigorosamente nel fornello fuori -, la torta a forma di rosa, soffice soffice e profumata, oltre alla partita a Labirinto magico – rivincita di Sofia, dopo le mie vittorie della scorsa settimana – .
 
Le piace chitarra, ha desiderato farmi ascoltare qualche esercizio che sta imparando.. Stasera il papà le ha fatto mettere a tracolla la mitica Fender, chitarra elettrica, si sentiva una rock star (uno dei suoi desideri di professione futura!!)..
 
Nonostante il mantello impenetrabile di nuvole in versione londinese, in ufficio il clima è rilassato, comincio a tracciare segni più marcati allo scorrere della terza settimana, mentre circolano costantemente liquirizie, ahimè caffè, gallette al mais, biscotti, infusi, tè.. Qualche chiacchera qua e là: figli, scuola, vacanze, gite, mare, stufa, pediatra, danza, educazione, avvenimenti… Non subisco pressioni, posso organizzarmi le giornate, i tempi, gli spazi, punteggiati da richieste di aiuto, chiarimenti, confronti con le colleghe. Le "mie" tre donne paiono accogliere la mia presenza in modo positivo. Venerdì ho scritto loro una email – tramite posta interna – , ringraziandole della collaborazione e condividendo pensieri del momento, oltre ad una breve poesia, ho ricevuto delle risposte che hanno abbellito l’esperienza oltre a farmi commuovere…
 
I capogiri sono spariti da una settimana, ma le fessure di libertà per far volare alto i pensieri sono strettissime.. Nonostante ciò si sta delineando una serata con lettura di poesie e narrativa al femminile, in coppia io e Susanna, da fare prima di Natale.. E poi ci sarà un’altra serata al sapore di memoria e ricordi, oltre alla versione 2008 della cioccolata autobiografica…
 
Stasera mentre questa connessione preistorica vacillava debolmente, commutavo l’agire incessante in lettura di poesie di Saramago e mi piace condividere questa:
 
"Le parole sono nuove: nascono quando
in aria le lanciamo in cristalli
di delicate o dure risonanze.
 
Siam simili agli dei, quando inventiamo
nel deserto del mondo questi segni
come ponti che abbracciano distanze."
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Ci sono stati momenti "oscuri" nell’ultimo periodo, ma ora sto riacquistando serenità, ricominciare da zero, professionalmente, è un’impresa non facile.