Archivio | aprile 2008

Sofia e la sua esperienza autobiografica…:-)

Giovedì scorso la Princi mi ha accompagnato al laboratorio di scrittura autobiografica. Antonio (il professore) le ha donato un quadernetto adatto all’occasione. Lui ha indicato di fissare per iscritto il pensiero del momento e lei, in silenzio come le altre persone, si è messa all’opera.

Le ho chiesto il permesso di poterlo condividere.

Cavalli selvaggi che corrono liberi, nel fiume, spruzzando gocce d’acqua dappertutto e poi che fanno ricadere il silenzio nella prateria, quando all’improvviso uno stormo di uccelli vola via. Gli scoiattoli si riparano nelle loro tane, gli orsi che urlano dalla paura e che vanno in cerca di un riparo…

I cavalli impauriti e incuriositi alzano la loro testa, una decina di esseri umani si sta avvicinando: l’uomo è tornato a cacciare.

 

Certamente è la prima volta che vengo, però mi sembra interessante. La mamma a casa mi aveva già detto che di sicuro Antonio avrebbe chiesto il pensiero del momento. Io per tutta la giornata pensavo cosa scrivere, ma però non potevo affatto prevederlo.

Questa volta però le cose me le racconterò a me stessa, perché mia mamma ogni volta mi raccontava la stupenda serata che aveva trascorso e a volte i saluti di certe sue compagne! Quindi ringrazio di essere qui ed avermi accolta affettuosamente.

 

 Sofia 24.04.2008

 

 

Questa voce è stata pubblicata il 30 aprile 2008. 6 commenti

Autobiografia due : parole/mondo

10 aprile 2008

 

"Esprimete tre parole che implicano la vostra relazione con il mondo"

 

Marea: l’acqua che avanza, copre, incontra nuova terra, si inebria del profumo sconosciuto, si ritira e lascia sul terreno conchiglie, sassi, foglie, petali, conversazioni, ricordi, strette di mano: ci penserà l’autobiografia poi a infilarle come in una collana. Impronte che segnano, tracce che si cancellano..

 

Viaggio: la conoscenza, l’apertura, il desiderio dell’altrove, il movimento verso gli altri, degli altri verso me, delle idee, dei pensieri. Il rimettersi in cammino, osservare l’orizzonte ancora più in là…

 

Arcobaleno: visto come una treccia colorata, fili di diversa provenienza, calore, spessore, intrecciati insieme.

Questa voce è stata pubblicata il 24 aprile 2008. 3 commenti

Riflessioni da autobiografia: Il Glicine

 

10.04.08 Trascrivere il pensiero del momento.

 

Il glicine che pende dalle mura, che si attorciglia tra le inferriate del cancello, che con il suo colore ispira giorni lievi, passi dolci, risa smorzate, toni bassi e pacati, la delicatezza, il tempo senza tempo, le finestre con le tende di lino ricamate ed i tralci che si inerpicano sul bordo della casa, sull’angolo verso la finestra.

La donna alza gli occhi dal libro e si perde ad osservare il glicine, chissà se le ispira delicatezza, se le ricorda qualcuno o se le richiama immagini dal passato. Lo sguardo è dolce, trasognato, come se i grappoli del glicine la facessero sognare..

Nuvole lilla appese al muro, il vento le scosta, ma è un movimento che conserva compostezza.

E’ il mio quadro del momento. Il pensiero di una serenità e pacatezza che desidero.

 

Nelle foto non ci sono le tende ricamate di lino… ma l’insieme mi ispirava lo stesso…

 

La donna che sopravvive alle onde…

 

Un titolo che rappresenta la persecuzione dell’acqua nei confronti della sottoscritta e nello stesso tempo la caparbia capacità organizzativa messa in atto per reagire a tali eventi: dall’oceano in Portogallo, alle onde vandaliche della Liguria, alla pur sempre trappola acquatica delle condutture idrauliche domestiche alle onde anomale del lago…

 

La viaggiatrice, affascinata da un insolito azzurro domenicale era partita per la decantata – dall’amico Nilo – ciclabile della Valdadige, l’idea era fotografare la fioritura dei meli in Trentino. “Ce ne sono a bizzeffe, quest’autunno siamo tornati con gli zaini colmi di mele!”

Fra il veronese ed il trentino primi tocchi impressionisti, l’Adige che funge da tela per colori delle rocce e della vegetazione.. A Rivalta l’invito alla lentezza, non quella di Kundera, ma quella ovina.. un gregge di pecore aveva invaso completamente la strada, avvolgendone le auto che vi transitavano… sai che morbidezza, altro che le spazzole del lavaggio auto!

Eccolo il cartello marrone per la pista ciclabile e la viaggiatrice solitaria abbandona l’auto a Borghetto di Avio e inforcata la bicicletta constata che di meli neanche l’ombra, a parte uno sparuto esempio lungo l’argine, in compenso tanti vigneti che non esibiscono affatto fiori… Pedalata lenta, pochi altri ciclisti – tutti concentrati in qualche fantasiosa gara, testa bassa, tute colorate, caschetto. – Si alternano sguardi sul fiume, sulle piante, sul castello di Avio, scatti fotografici intermittenti, il paesaggio presenta da un lato pareti rocciose, dall’altro è pieno di boschi.. 25 chilometri non sono un traguardo da poco per una che passa ore e ore nella sua poltrona davanti alla scrivania.. Panino polverizzato in pochi minuti, l’auto scivola piano fra il monte e il fiume, percorso nuovo, musica di Trammari a volume sostenuto, a parte la stanchezza che si fa sentire con qualche crampo indesiderato, c’è un senso di spensieratezza…

 

Parrebbe tutti avessero scelto il lago di Garda come meta pomeridiana, o forse è la curiosità per le riprese di James Bond qualche chilometro più in su, ma dopo estenuanti passaggi a nord e a sud, ecco l’agognato parcheggio e la subito amara constatazione che la catena della bici si era subdolamente spostata dalla sua sede! Ma niente può fermare la viaggiatrice che finalmente si trasforma in lucertola primaverile – nel senso della posizione supina al sole – , spiaggetta di ghiaia sottile, telo di spugna, borsa di tela (particolare importante) piena di giornali, riviste, libri, quaderno, scheda elettronica accensione auto, zaino con viveri, documenti, fotocamera, qualche cioccolatino rimasto ed infine sparsi sul telo: cellulare, bluetooth, occhiali da sole.. Ed è stato mentre era immersa nella lettura, stesa per terra, del tutto ignara dell’accanimento della sorte “acquatica”, che una placida ma lunghissima e consistente onda anomala – probabilmente causata dal passaggio di un traghetto – ha sommerso ogni cosa… Ahimè, non solo acqua, ma detriti vari, bacche, foglie, pezzetti di legno, di arbusti, sabbia… Un vero capolavoro artistico, se non fosse che la viaggiatrice deve ancora superare il trauma dell’onda estiva ligure (oltre al danno economico)… Con un atteggiamento alquanto “british” raccoglie con calma ogni cosa, redigendo un inventario delle cose recuperate e nel tentativo di attivare l’adeguata sequenza “post alluvioni improvvise” . Cellulare e bluetooth paiono poco apprezzare il bagno fuori stagione, ma scatta l’operazione smontaggio ed asciugatura al sole, sulle rocce. Maglietta, pantaloni, felpa, calze, scarpe, telo, sono stati oggetto di un’operazione “graffitara” di dubbio gusto, risultano inservibili e rimangono in disparte in attesa di trasferta… La viaggiatrice-lucertola-alluvionata cerca di estraniarsi dal contesto con l’umidissima lettura dei quotidiani – il titolo è quanto mai eufemistico, Il Sole 24 ore si è trasformato durante l’ammollo – , incurante degli sguardi curiosi dei passanti. Qualche pensiero a New Orleans pare appropriato mentre cerca di trovare una via di fuga verso l’auto. Non ci sono alternative: indossando il costume, che risulta mimetizzato da appiccicose alghe e detriti vari, scarpe fradice, zaino sulle spalle, telo mare gocciolante su di un braccio, gli indumenti sull’altro, nelle mani i libri – anch’essi alluvionati, a testa bassa, passando in mezzo all’incredulità della folla vestita di tutto punto – nel frattempo le nubi avevano preso possesso dell’azzurro -, raggiunge l’agognata meta! A prezzo di rocambolesche contorsioni sul sedile di guida, avviene il cambio vestiario – provvidenzialmente a bordo –   e il ritorno a casa con un senso di profonda umidità addosso e con l’isolamento dalle comunicazioni a livello planetario… panico!

Il bollettino di guerra è stato meno pesante del solito: libri in versione bouquinistes lungo la Senna, riviste con sgretolamento dei bordi e delle copertine, cellulare a riposo per quasi 24 ore e poi passato nel lettino solare del termosifone, filtro della lavatrice intasato da detriti post alluvionali…

Non è andata neanche poi così male alla fine… 😉

 

 

Questa voce è stata pubblicata il 23 aprile 2008. 2 commenti

Ancora a proposito di donne, madri, figlie…

(Mia madre e la Princi)

Mi disturba vivere in un Paese in cui c’è una rappresentanza così bassa, in cui ci sono tante difficoltà per le donne nel mondo del lavoro, in cui provo vergogna per quello che lascio a mia figlia, in cui ho paura di quello che possano farle a causa dei problemi di sicurezza e prevenzione dagli abusi sessuali. Ma c’è anche una cosa grandiosa: la passione delle donne per il compito educativo. Una “specificità femminile” che deve essere vissuta come una possibilità di sopperire all’emergenza educativa: mettere radici per dare aria a qualcuno.

Monica Mondo

Da www.combonifem.it

 

Sto cercando di convincere mia madre a scrivere la sua autobiografia, lei ricorda tantissimi avvenimenti, gesti, parole, suoi, della sua famiglia, di noi… Lei si schernisce che non ha tempo, che non sa scrivere correttamente..

Ieri sera leggendo ciò che avevo scritto su di lei, al corso di autobiografia, mi sono commossa ed ho concluso a fatica tra le lacrime…

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La Princi ieri mi ha mandato un messaggio carino mentre ero al corso: "Ciao mamy, io a letto e sento le voci filtrare dalla porta! (suo padre aveva una riunione in cucina) Questa sera non ho fatto altro che leggere metà dei G Baby rimasti. Leggere mi rilassa! Tu? Bacioni!"

Stamattina a colazione, fra una fetta biscottata nutellosa e i cereali cioccolatosi, mi dice: "Che fastidio avere una figlia… " "Ma cosa dici? Non ho mai detto questo, anzi!" "Ma non sai dove mettermi la settimana prossima (suo padre è fuori per lavoro)… mi pare di essere un problema…"

Mi ha fatto una tenerezza.. L’ho tranquilizzata subito dicendo che a tutto si trova una soluzione, faremo qualche corsa in più, ma nulla deve farle pensare di essere "un fastidio", anzi è una fantastica principessa (vedi foto qui sotto)..

 

Questa voce è stata pubblicata il 18 aprile 2008. 5 commenti

Ho proposto la Spagna…

.. Mi pare il luogo più adatto: è una terra che conserva sapore mediterraneo, è tutta un fervore di idee, cultura, economia; ha separato Stato e Chiesa (e pensare che era la "cattolicissima Spagna") e soprattutto ha un governo formato da più ministre che ministri, con una quasi mamma alla difesa.. Raccolgo iscrizioni, consiglio di affrettarsi, perchè oggi il cellulare era in tilt causa ingorgo di prenotazioni!

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Mi sento tramortita, pensieri che si sgretolano come argilla o forse è qualcos’altro che si sgretola: troppo sognatrice? Troppo ingenua? Può essere…

Magari la mente risulta narcotizzata da quel acido ammazza-parassiti che circola in ufficio.. no, non è quello, è l’amara constatazione che non posso riconoscere chi mi rappresenterà.

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Il diario su viaggi, conferenze, autobiografia riprenderà appena riemergo dal torpore odierno..

Questa voce è stata pubblicata il 15 aprile 2008. 5 commenti

Il viaggio…

A proposito di laurea, la Princi non era sotto choc per i travestimenti molto soft di mia nipote Irene (qui a fianco alle prese con una serie di test post intervista ai familiari), bensì per quelli che ha osservato nel giardino dell’Università, per le profumate creme per il corpo a base di farina ed uova, per i maschi in giarrettiera, per le bottiglie con contenuti colorati ad alto tasso alcolico…

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Susanna mi ha regalato degli incantevoli segnalibro che ha dipinto e creato lei, con le nuvole come soggetto…

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Ho trascinato anche Sofia stavolta a "Librando", visto che lunedì sera c’era l’incontro con un autore per ragazzi – Bordiglioni – e fra un canto, il suono della chitarra, un racconto, una storia, la serata è volata via senza accorgersene. Si è proprio divertita, l’assessore Stefania un po’ meno perchè costui si trovava a suo agio stare seduto sul tavolo appoggiando i piedi sulla bellissima sedia di raffinato design 🙂 

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Sabato avevo avuto un assaggio di sole, mare, piedi nudi, fra i ciottoli scuri e le onde a Sori (Genova), domenica passeggiata nel bosco sui colli Berici, fra profumatissime viole bianche e viole blu oltre agli anemoni, la festa di laurea di Irene nella loro casa in mezzo alla campagna e poi i soliti voli pindarici con i pensieri che invece di rallentare accelerano, i numeri che in alcuni giorni diventano talmente insistenti da far desiderare gomme giganti per cancellarli tutti, le attività culinarie serali, gli stendibiancheria disseminati ovunque, i rischi per incidente a causa di torsione continuata e persistente del collo in direzione delle centinaia di alberi in fiori sparsi fra colline e campi, queste nuvole bianche che attirano lo sguardo, oggi ho portato anche la macchina fotografica con me, se c’è una buona luce cerco di fare qualche tappa e per finire un po’ di cultura femminile con una conferenza stasera, a Valdagno, nel ciclo "Grandi Spiriti femminili del ‘900", su Simone De Beauvoir, raccontata da Enza Biagini Sabelli.

Il corso di scrittura riprende la prossima settimana.

Nel frattempo la lettura, seppur a singhiozzo, prosegue. Riporto alcune righe di un libro che ha contribuito – condividendone i pensieri – a far sì che il mio senso di insubordinazione aumentasse…

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“Chissà, mi domandai, se il nostro bisogno di svago, la nostra smania di nuovo, era, in sostanza, un impulso migratorio istintivo, affine a quello degli uccelli in autunno?

Tutti i grandi maestri hanno predicato che in origine l’uomo “peregrinava per il deserto arido e infuocato di questo mondo” – sono parole del Grande Inquisitore di Dostoevskij –  ,  e che per riscoprire la sua umanità egli deve liberarsi dei legami e mettersi in cammino…

Se era così, se la “patria” era il deserto, se i nostri istinti si erano forgiati nel deserto, per sopravvivere ai suoi rigori – allora era più facile capire perché i pascoli più verdi ci vengono a noia, perché le ricchezze ci logorano e perché l’immaginario uomo di Pascal considerava i suoi confortevoli alloggi una prigione. “ Bruce Chatwin, Le vie dei canti. Citato in Parole in cammino di Sabino Chialà –

 

“ Il viaggio inizia con la partenza: momento di distacco, di fine e di inizio (…) E’ questo il momento del coraggio, il momento di fare spazio al proprio sogno-bisogno e di lasciarlo per un tempo al timone della nave, secondo l’invito di Paul Celan: “Fa’ salpare il tuo sogni, ficcaci dentro una scarpa”. (…) E’ alla vita, nella gamma completa dei suoi volti, l’invito di Pindaro: “Sii il navigante che apre la vela al vento”. (…) Viaggiare per perdersi, per sfuggire allo sguardo su di sé, o viaggiare per ritrovarsi? (…) Da qui nasce un altro viaggio, ben più profondo e lungo: il viaggio verso se stessi, per ritrovarsi, riconoscersi, ricomporsi, riscoprire il filo di un’esistenza che continua a scorrere e che sembra non lasciarsi mai raggiungere. (…) "  Da Parole in cammino.

 

Se stai cercando la dimora dell’anima, tu sei l’anima

Se stai cercando un tozzo di pane, tu sei pane

Cerca di capire cosa sto dicendo:

ogni cosa è là dove sei tu.

(G. al-Din Rùmi)

 

Questa voce è stata pubblicata il 4 aprile 2008. 4 commenti