Archivio | febbraio 2008

Sinfonia di nuvole

Ho scritto questo testo nella notte fra Natale e S. Stefano 2007, osservando il gioco delle nuvole alle due di notte.

Le foto sono gentilmente "prestate" da Sebastiano, io non saprei raggiungere simili risultati…

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Stasera il cielo è una sinfonia di nuvole.. Si distinguono dal blu più scuro di sottofondo, creano anse, fiordi, rive.. Si abbracciano, si rilasciano, si intersecano.. sono una danza per la spettatrice solitaria nella notte. Seppur faccia freddo l’incanto è irresistibile.. Al centro del palcoscenico la luna, nella sua maestosa  veste della festa, è piena, questa rotondità chiede spazio alle nuvole..Luce arrotondata.. A tratti le danzatrici la velano come grandi nastri di piume, poi si allontanano in onde morbide e la scoprono.. Le danzatrici di seta creano coreografie luminose, ne avvolgono a volte i fianchi, a volte le spalle.. La luna sorride, si diverte a questi girotondi stravaganti e soffici..

Esci nella notte, alza gli occhi.. O ti perdi la rappresentazione delle nuvole e della luna..

Nel silenzio senti un soffio leggero, è quando i batuffoli bianchi si sfiorano.. E’ il movimento dolce, elegante, che fa stare con il volto rivolto all’insù..

Non è lo stesso cielo di quindici minuti fa..

 La forma che muta, che assume nuove chiome, allunga i nastri, srotola gli strascichi, plissetta le ampiezze.. E con i costumi nuovi paiono danzatrici diverse, eppure sono loro, la loro anima è immutata.

Questa ricchezza di componimenti è per i cuori in ascolto.

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"…. Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri… "

De Andrè

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Questa voce è stata pubblicata il 26 febbraio 2008. 7 commenti

La cicogna…

Una cicogna bianca si è alzata in volo davanti a me, per ben due volte oggi… meraviglioso… Avrà sentito il rumore dell’auto sullo sterrato, si sarà spaventata ed è volata dal fosso al campo oltre la stradina… E’ avvenuto stamattina ed anche nel primo pomeriggio… Sono rimasta incredula, con il finestrino abbassato, ad osservarla, era a pochi metri da me…

Lo considero beneaugurante per l’inizio del ciclo di conferenze sul linguaggio femminile, che avverrà stasera. Un simbolo di fecondità per il conoscere, per la condivisione.

Avendo l’incarico di fare un’introduzione, ieri sera ho cercato di mettere ordine nei pensieri, di fare un piccolo schema, intrecciando idee per ottenere una tessitura omogenea… ma il quadro non è chiaro, mi vengono in mente tanti riferimenti, troppi a dir la verità! Ho iniziato con qualche spunto sull’affidamento fra donne, dal libro "Non credere di avere diritti", al significato dell’anfora, al desiderio di offrire un’opportunità di ascolto su tematiche femminili, al libro "Duemilaeuna"… e a notte fonda la confusione era totale: appunti disordinati, freccette (ecco da chi ha imparato Sofia), cerchi…

Mi lasciate un "in bocca al lupo"?

A proposito di freccette, disordine, pasticci: non ho ancora sferrato l’attacco alla maestra Luisa, ma lei si sta evidenziando nel prendere di mira spudoratamente Sofia ogni giorno… Così ad ogni pranzo devo sfoderare tutto il mio self control per tranquillizzarla, per ironizzare su ogni episodio, finchè dai lacrimoni si passa ad una bella risata…

Questa voce è stata pubblicata il 20 febbraio 2008. 10 commenti

Devo rifletterci… sulla lentezza…

“… Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una metafora: essi contemplano le finestre del buon Dio. Chi contempla le finestre del buon Dio non si annoia; è felice. Nel nostro mondo, l’ozio è diventato inattività, che è tutt’ altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca…”

 

“… Ogni nuova possibilità che si offre all’esistenza, anche la meno probabile, trasforma l’esistenza intera…”

 

Milan Kindera   – La Lentezza

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Mi sa che non compare nel mio DNA, la lentezza. Eppure mi sforzo di creare oasi di calma, di apprezzare aspetti che nella corsa non compaiono. Come l’airone bianco che si è alzato in volo davanti alla mia auto stamattina, mentre percorrevo una specie di viottolo largo in mezzo ai campi, come scorciatoia. Era maestoso, elegante, ho rallentato per osservarlo, non ne avevo mai visto uno alzarsi in volo così da vicino, è planato quasi subito nel campo vicino, osservandomi da lontano, bianco con il contrasto dell’erba verde.

La lentezza non ha dimorato durante la visione della pagella di Sofia. Di fronte all’ennesimo mantra delle insegnanti sulle mancanze della Princi: è pasticciona, ha visto quanti segni rossi ci sono nelle verifiche, scrive sopra il bordo nella pagina del quaderno, i numeri sono disordinati, ci sono frecce ovunque per spiegare i concetti, è altalenante nell’attenzione, studia con superficialità.. Oh, ma non ha proprio qualità scolastiche questa bimba! ops… ragazzina. Inutile non riesco a mettere in pratica lo spirito gandhiano e ho attaccato, in modo educato, ma deciso. A prescindere che questi richiami provvedo già personalmente a farli quotidianamente, con la precisazione "è per te, Sofia, mica per le maestre o per noi", ho chiesto se comprende ciò che viene spiegato, se comprende le consegne, se dimostra intelligenza, se  apprende in generale; di fronte alle loro affermazioni, ho risposto che preferisco una figlia creativa, disordinata, ma sensibile ed umana, rispetto ad un genio scolastico e deficiente sotto gli altri aspetti. Si sono risentite molto. Ed è già partita la campagna denigratoria nei confronti della Princi in classe… Ah, ma perchè leggendo Kundera non respiro a fondo e rimando il tutto a non so, forse mai… ed invece sto già studiando piani di contrattacco! Ahimè che poco ricettiva alla lentezza che sono…

Per fortuna l’insegnante Anna, di religione, mi ha confortato decantandomi la sua sensibilità e raccontandomi che quando lunedì ha letto una poesia di Emily Dickinson in classe, solo Sofia sapeva chi fosse questa poetessa – la legge spesso la mamma e la Susy ci ha fatto una lezione personale su di lei – ,  solo lei ha provato a commentare la poesia, ad indicare un significato e a fare l’analisi del testo. Non tutto è perduto!

La lentezza… Eppure ho messo all’ attivo pomeriggi di "flanerie" , di passeggiate e sguardi sereni al paesaggio, di scatti fotografici, di conversazioni, qualche ora al mattino nel fine settimana con musica, quaderni, libri… avvenimenti impensabili fino a un anno fa… Ma allora la lentezza mi sta contaminando… Si sta adagiando con nonchalance nella mia furia quotidiana, nel mio pianificato organigramma.. Si intrecciano questi fili morbidi, con gli altri rigidi e impettiti..

Buon fine settimana.

Questa voce è stata pubblicata il 15 febbraio 2008. 6 commenti

Un approfondimento sul biocarburante di L.Maugeri- Il Sole 24 Ore

Biocarburante, quanto ci costi

di Leonardo Maugeri –  da Il  Sole 24 Ore del 15 febbraio 2008

 

 

Non stiamo vivendo soltanto uno shock petrolifero. In modo più subdolo e meno appariscente, nel mondo sta montando uno shock da biocarburanti. È solo meno visibile, perché è ancora ai suoi albori e i suoi primi effetti colpiscono soprattutto le popolazioni più povere della Terra.
Figlia della ricerca di alternative al petrolio, la corsa alla produzione di biocarburanti sta intaccando i fondamentali del mercato mondiale di alcuni prodotti essenziali per la catena alimentare umana – principalmente cereali e olii vegetali. Anche quando molti di questi beni non entrano direttamente nella nostra dieta lo fanno indirettamente, poiché sono essenziali come mangimi per animali: per cui, se aumenta il costo dell’alimentazione animale, aumenta necessariamente il prezzo della carne che finirà sulle nostre tavole.
Il problema è relativamente semplice. Molti coltivatori preferiscono destinare i loro terreni alla coltivazione di colture in grado di produrre etanolo (sostituto della benzina, che si può ottenere da canna da zucchero, mais, barbabietola) o biodiesel (sostituito del gasolio, che si ottiene da olii vegetali come l’olio di palma, soia, colza). Data la crescente domanda di biocarburanti e i forti sussidi pubblici garantiti da molti Governi – primo fra tutti quello degli Stati Uniti – per quei coltivatori risulta molto più conveniente abbandonare il mercato alimentare e buttarsi su quello dell’energia. Così facendo, tuttavia, sottraggono le loro produzioni al primo, in cui la domanda di quegli stessi beni è pure in forte crescita.
Gran parte del mondo in via di sviluppo richiede più proteine e calorie, segno inequivocabile di un’espansione economica che migliora il tenore di vita: un cinese consumava 20 kg di carne l’anno nel 1985, ma nel 2007 il consumo pro-capite del Paese ha superato i 50 kg. L’effetto combinato di questa doppia domanda sui prezzi è immediato, anche perché un chilo di carne di manzo richiede otto chili di cereali (in fase di alimentazione dell’animale) ma rilascia un numero di calorie uguale a quello del semplice chilo di cereali. Molti analisti hanno rintuzzato gli avvertimenti preoccupati sulla potenziale competizione tra usi alimentari e energetici di molte produzioni agricole. Per loro la crescita dei prezzi dell’ultimo biennio è dovuta soltanto a un balzo inatteso della domanda alimentare che si è scontrato con una produzione insufficiente, basse scorte e eventi climatici sfavorevoli – oltre che a fenomeni speculativi. Ma le cose stanno così solo in parte.
I picchi dei prezzi di cereali e olii vegetali nel 2007 sono arrivati in una fase di produzione record. Per i cereali, per esempio, la produzione del 2007 si è attestata su circa 1,7 miliardi di tonnellate, un livello mai raggiunto nella storia. Record analoghi sono stati toccati da olio di palma e soia. Eppure questo non è bastato, tanto che le scorte di cereali sono calate di oltre 50 milioni di tonnellate – segno della pressione fortissima di una domanda in crescita. Ma domanda di che? Bene, solo negli Usa 30 milioni di tonnellate di mais in più rispetto al 2006 sono andate alla produzione di biocarburanti, cui si aggiungono altri 10 milioni di tonnellate spostate su quel tipo di produzioni in altre parti del mondo. In sostanza, gran parte del drenaggio di scorte di cereali ha avuto per responsabile la produzione di energia alternativa.
Anche molti olii vegetali hanno subito la stessa sorte. In Occidente la cosa passa quasi sotto silenzio, ma non va dimenticato che l’olio di palma e soia è essenziale della dieta di centinaia di milioni di persone in Asia e in Africa, poiché senza di essi non si può cucinare. E questo è quanto si sta verificando in Indonesia, Malaysia e India, a causa di un’impennata nei prezzi dell’olio di palma e soia. È pur vero che i rincari di cereali e olii vegetali, nonché di molti altri beni alimentari, hanno risentito di forti fenomeni speculativi – simili a quelli che si stanno osservando nel settore petrolifero – alimentati da meccanismi di finanza derivata. Ed è anche vero che le capacità produttive di beni agricoli di intere aree del mondo – a partire dalla Cina – sono sottosfruttate e basate su tecnologie e metodologie obsolete. Ma è pur vero che i vasti programmi di sussidi e altri incentivi pubblici che in molte parti del mondo si stanno indirizzando verso le produzioni di biocarburanti tenderanno a determinare uno spiazzamento che sarà difficile recuperare nei prossimi dieci anni, poiché il recupero tecnologico e produttivo dei Paesi meno avanzati richiederà tempi molto lunghi.
Nel frattempo, secondo la Fao rivolte per l’aumento del prezzo degli olii vegetali sono già esplose negli ultimi mesi in Guinea, Mauritania, Messico, Marocco, Senegal, Uzbekistan e Yemen. E questo è ancor più preoccupante, perché la produzione di biocarburanti è ancora a uno stato fetale ma si svilupperà drasticamente nei prossimi anni a causa di incentivi e obiettivi stringenti imposti dalle autorità di mezzo mondo. E quello sviluppo sottrarrà immense porzioni di territorio alle produzioni agricole, poiché – è bene ricordarlo – servono enormi produzioni di cereali e olii vegetali per ottenere modeste quantità di carburanti, dato che il contenuto energetico di questi ultimi è molto basso. Questo senza considerare le ambiguità che ancora circondano l’effettivo bilancio energetico dei biocarburanti (cioè l’energia effettivamente resa al netto di quella consumata per produrli) e quello ambientale.
A questo proposito, l’ultimo numero di Science riporta i risultati degli studi compiuti da due università statunitensi, secondo cui i gas serra prodotti dall’etanolo produrrebbero un tasso di surriscaldamento globale due volte superiore a quello prodotto da benzina e gasolio. Ma in tema ambientale molti altri problemi rimangono aperti sui carburanti biologici, a partire da quello dell’enorme consumo di acqua (la cui disponibilità rappresenterà un fattore critico del nostro secolo), dell’impoverimento dei suoli, dell’uso massiccio di fertilizzanti richiesti dalla coltivazione di immense quantità di materie prime da destinare alla produzione di energia.
Forse il rimedio (i biocarburanti) è peggiore del male (il petrolio), come ha sentenziato un recente rapporto della Fao. E, soprattutto, non è comunque un rimedio, perché a causa del bassissimo contenuto di energia ricavabile dalla colture agricole i biocarburanti non potranno mai essere un candidato credibile a sostituire i carburanti tradizionali. La strada difficile per sostituire in parte (e solo in parte) i derivati del petrolio nel trasporto passa dalla ricerca di frontiera applicata a colture non tradizionali (dalle alghe, ai batteri, ai funghi) e a scarti ligneo-cellulosici. Ma è una strada complementare alla via maestra, che richiede un abbattimento dei consumi di petrolio incentrato su vasti piani di efficienza energetica. Fortunatamente, negli ultimi tempi si sono levate più voci critiche sulla produzione di biocarburanti da colture tradizionali (dall’Onu alla Fao). Ma questo non è bastato a frenare la corsa alla loro produzione.
Sviluppare le produzioni agricole è certamente una prospettiva fondamentale per molte popolazioni della Terra. In alcuni casi specifici, parte di quelle produzioni – in futuro – potrebbero anche andare alla produzione di biocarburanti, se le condizioni di mercato e la convenienza per i Paesi lo consentiranno. Ma vincolare quei raccolti alla produzione di energia attraverso incentivi e sussidi è qualcosa che potremo pagare a caro prezzo in futuro.

 

Disordine e luce…

Sabato pomeriggio al lago, passi e conversazione, con Susanna, percorsi del quotidiano, delle idee che frullano nella testa, dell’anima che qualche volta sbanda per imprevisti esterni, del cuore che vuole percorrere con passione le sue curve…

E nel nuovo cesto di vimini foderato di lino avorio ho riposto qualche libro, QUATTRO cartelline traboccanti di fogli, fotocopie, stampe, articoli, poesie, conferenze, ritagli di giornale… Alcuni letti, altri in attesa di tempi migliori.. Sempre sul tappeto una pila, non molto ordinata, di "quotidiani", si impolverano effettivamente, ma ogni tanto ne passo due o tre… Sul comodino ho lasciato il posto d’onore ai libri di poesie, al Diario di Etty Hillesum, a due saggi femminili, al quaderno piccolo e a quello grande, uno per i pensieri notturni, uno per gli eventi importanti…

Ed ora… con un peso che grava sul cuore… vado a ritirare la pagella della Princi… -(

Questa voce è stata pubblicata il 12 febbraio 2008. 2 commenti

Matrilineare

DAL SITO WWW.DIOTIMAFILOSOFE.IT

ESPOSTA MOSTRA DI INAUGURAZIONE

MATRILINEARE

In questo lavoro

ci siamo rivolte ad artiste le cui opere, muovendosi tra luci ed ombre, rivelano il corpo a corpo con la madre attraverso linguaggi che non passano per l.idealizzazione, la depurazione o la mutilazione, ma ne trasformano lo spessore e ne restituiscono la densità.

MATRILINEARE

, la prima mostra di ESPOSTA, si propone di lavorare sul tema del legame con il materno, che è stato ed è per molte donne la cifra della libertà femminile, e di portarlo nello spazio pubblico attraverso un discorso che possa rendere conto della prossimità di corpo e dell.inquietudine che accompagna il rapporto madre figlia.

Veruska Bellistri

(Roma) partecipa con l’opera HOMEGIRLZ.

Begoña Egurbide

(Barcellona) partecipa con l’opera PANDORA.

Sabrina Ruggeri

(Verona) partecipa con l’opera SCATOLE DORMIENTI.

Irene Guglielmi

(Verona) partecipa con l’opera IN-CorporeA.

Wayan Endang

(Bali) partecipa con l’opera WATERBIRTH.

matrilineare

16 febbraio-6 aprile 2008

sabato 16 febbraio 2008 dalle ore 18:30

inaugurazione con aperitivo e dj set.

Associazione Culturale ESPOSTA

Via Interrato dell’Acqua Morta 13b VERONA

info@esposta.net

http://www.esposta.net/blog

che ci permetta di dare voce ad un dibattito

dove si possano accogliere ed utilizzare differenti tipi di linguaggio:

non siano pensate come oggetti di mercato

sull.arte contemporaneadiverso da quello accademico o del mercato.Uno spazio che non sia esclusivo agli addetti ai lavori uno spazio polisemicoda quello filmico alla videoarte, dal quadro alla performanceUno spazio in cui le operema come veicoli di scambio e di relazioni creativee soprattutto un luogo dove la differenza sessuale, spesso appiattita nel neutro venga riconosciuta e messa in circolo.

L.Associazione Culturale ESPOSTA è un progetto

che nasce dal desiderio di creare uno spazio all.interno della nostra cittàVerona, e in relazione ad altri luoghi ed altre realtà,

Ingresso con tessera

Dis-pari opportunità… altro che miglioramento!

da www.combonifem.it

11.02.2008:

Nella classifica mondiale sulle disparità di genere l’Italia retrocede. Stando all’indice di misurazione del divario tra uomini e donne stilato dal rapporto del World Economic Forum (Wef), non solo l’Italia passerebbe dalla 77ª all’84ª posizione, ma rispetto agli altri Paesi europei si posizionerebbe come fanalino di coda.

Il rapporto, che prende in esame 128 Paesi, vede in cima alla top list del 2007: Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda. Seguite, grazie ad un balzo in avanti rispettivamente di 6 e 7 posizioni, da Nuova Zelanda, Lettonia e Lituania. Questi Paesi, che conquistano rispettivamente il 13° e 14° posto, registrano non solo un maggior tasso di pari opportunità ma anche un maggiore sviluppo.

Ottimi risultati anche per Germania, Spagna, Corea, Emirati Arabi e Arabia Saudita che, impegnati a colmare i divari di genere, fanno importanti passi avanti. Pollice verso invece per Tunisia, Marocco e Turchia che, rispetto al 2006, registrano un forte deterioramento.

Le aree d’indagine su cui si basa il rapporto Wef sono quattro: l’opportunità economica delle donne intesa come un’analisi dei salari e dei livelli di partecipazione e accesso al lavoro; la possibilità di seguire un percorso di studi più o meno elevato; l’influenza politica, cioè il loro grado di accedere alle strutture decisionali; e infine le differenze tra uomo e donna in termini di salute e aspettativa di vita.

Sabato al mare e pure con la pioggia…

Si è rischiato l’incidente diplomatico sin dall’inizio, come si fa ad andare a bersi un caffè, nel bar della stazione, due secondi prima di incontrarmi!! – Considerando che io ODIO il caffè – Giocoforza ha dovuto fare penitenza fino alla laguna con una scatola di daygum  😉 Giustificandosi che la pizza gli era rimasta "lì" sin da Bologna…

Picnic in auto con insistenti gocce di pioggia che dimoravano sul vetro – visto che non ispirava molto l’alternativa della panchina fronte mare -, panino, crostata con marmellata alle pere e arance, coca cola io – ma perchè non ti bevi l’anticalcare che tanto è la stessa cosa -, acqua lui, pezzetti di cioccolato giusto per prendere coraggio prima di uscire…

Incuranti delle avverse condizioni meteo, ci siamo avventurati in spiaggia, grigio ovunque, ma devo dire in qualche modo affascinante, questa bassa marea con l’acqua che arretrava senza ritegno, il suono del mare, dal timbro profondo, pareva recitasse poesie a voce alta, ti faceva voglia di rimanere ferma ad ascoltare, assorbire, conservare…

Entrambi impegnati a lasciare orme sulla battigia, a sentir scricchiolare conchiglie e scattare foto, fermi a cogliere l’attimo in cui i gabbiani si alzavano in volo tra la spuma bianca, delizioso!  Erano quattro, dapprima si facevano cullare dall’acqua, poi all’arrivo dell’onda si alzavano in volo, pareva avessero in mente una danza…

E così fra l’ascoltare la sentenza del processo Contrada, superare il labirinto di dune e reti per rientrare dalla spiaggia, imparare ad osservare i riflessi delle pozzanghere, i balconi scrostati dalla salsedine, sentire il profumo delle frittelle che usciva da qualche casa, apprezzare anche queste sfumature di grigio del mare, del cielo, della laguna, dei pescherecci, delle chiese di Chioggia in lontananza, essere sequestrati da una signora anziana – alla quale avevamo chiesto informazioni – per più di un’ora, ascoltando la storia della sua vita, sin dall’infanzia, con suo padre che da pescatore si era trasformato in bagnino nei primi stabilimenti balneari degli anni trenta, assaggiando una fetta di dolce e rifiutando un Aperol che voleva farmi bere a tutti i costi, io che non bevo alcolici – … E così è arrivata sera, incamminandosi sul ponte che va verso Chioggia, con l’immancabile ombrello e il vento che distribuiva in modo uniforme la foschia…

Questa voce è stata pubblicata il 8 febbraio 2008. 1 Commento

Le donne e la censura in Iran

Le autorità iraniane chiudono il giornale delle donne
Dopo quasi 18 anni di denunce, il mensile Zanan non sarà più in edicola. L’informazione femminile fatta dalla rivista infastidisce i detentori del potere

JC

05.02.2008:

Il giornale femminile più venduto in Iran chiude. Le lettrici di Zanan (Donne) non potranno sfogliare le pagine del mensile che in questo numero vede in copertina Benazir Bhutto. Le autorità hanno negato la diffusione della rivista ritenuta colpevole, secondo il ministro per la Cultura, Mohammed Saffar-Harandi, di aver “diffuso un’immagine buia dell’Iran, compromettendo la salute psicologica dei lettori”.

La verità è un’altra: Zanan con il tempo è diventato un giornale scomodo. In quasi 18 anni di attività, è riuscito a trasformarsi nel maggior forum di discussione delle istanze delle iraniane, diventando un simbolo del cambiamento di mentalità che sta investendo le donne del Paese. Nelle pagine del mensile infatti sono apparsi articoli su argomenti considerati tabù: come le leggi sul divorzio e l’Aids, la prostituzione e la discriminazione nelle università. Non solo, Zanan, con le sue 40mila copie vendute, è divenuto un vero e proprio canale di denuncia delle violenze contro le donne.

Più di una volta è successo che la direttrice del giornale, Shahla Sherkat, si sia trovata a difendere il contenuto degli articoli direttamente nelle aule di un tribunale. Le denunce contro le autorità che infastidiscono le studentesse residenti nei dormitori con controlli frequenti non piacciono a chi detiene il potere. Così come infastidiscono le descrizioni apparse sulla vita delle detenute della prigione femminile di Isfahan o la storia della ragazza arrestata e picchiata dalla polizia sulla spiaggia del mar Caspio per non aver indossato il velo in modo consono.

da www.combonifem.it

Questa voce è stata pubblicata il 6 febbraio 2008. 4 commenti

Niente dolci di carnevale…

… non ci sono nè l’ispirazione, nè il meteo giusto, visto che non posso mettermi sul balcone a friggere, di sera, con burrasca di vento e acqua…

Opto per questa immagine, per gustare con gli occhi, le sfumature del mare, dei colori verso l’imbrunire, che ho catturato l’altro sabato a Sottomarina…

Ho un breve reportage della stessa spiaggia in versione grigio foschia-pioggia dello scorso sabato… ma lo condividerò quando le giornate saranno terse, giusto per equilibrare…

Non so per quale misterioso influsso, mi ritrovo in difficoltà a scrivere qui, quando ho ripreso con la scrittura notturna "a mano", quando le cartelline con stampe di articoli, conferenze, seminari, poesie femminili si accumulano una sopra l’altra sul tappeto ed è tutto un sottolineare, evidenziare, ritagliare… Quindi le idee non dovrebbero mancare… mah!

Le prime due conferenze sono in dirittura d’arrivo, una per il 20 febbraio ed una per il 14 marzo, riguardano il linguaggio femminile sotto due angolature diverse.

Susanna ha in mente un progetto di archivio femminile da raccogliere, conservare e consegnare alle generazioni future… Ad ogni link ed iniziativa che quotidianamente ci scambiamo, mi viene da pensare che ci vorrebbero almeno 6 mesi sabbatici per poter approfondire, seguire tutte le idee che continuano ad affluire e che riponiamo con cura nei cassetti della nostra memoria in attesa di poter dare loro un adeguato vestito e visibilità…

Esperienza negativa la scorsa settimana ad un primo incontro in Biblioteca per un gruppo di lettura, troppa improvvisazione, proposte  vaghe e difficoltà nel tratteggiare una linea comune.

Non ho potuto dare continuità al seminario politico curato da Chiara Zamboni, l’orario è impossibile, per chi lavora sia al mattino che al pomeriggio… Mi piacerebbe almeno partecipare alla lezione conclusiva, dove lei dovrebbe fare un riepilogo del percorso fatto nei sei incontri.

Ultimo fine settimana trascorso fra la pioggia, il vento, la foschia, vale a dire il mare d’inverno in versione austera. Con la spiaggia deserta, il colore del mare e del cielo quasi del medesimo grigio, le conchiglie infreddolite e lasciate scoperte dalla bassa marea, l’ascolto delle onde, un passo dopo l’altro a scattare foto al movimento delle onde e del quartetto di gabbiani, alle dune addossate alle reti con la loro rotondità stile bigodini e questa voce grossa del mare che ti ammalia, che ti fa fermare per ascoltare, pare quasi reciti poesie a voce alta…

E poi il Carnevale con la Princi, prima in un paese e poi in un altro, a collezionare prima freddo e poi frastuono di bimbi in un grande salone che amplificava la confusione, i coriandoli, la musica a tutto volume…. e io che seduta in un angolo, con lo sguardo vigile sulla signorina,  cercavo di riprendere le immagini del mare con le sue storie da interpretare…

"Mamma, cosa vuol dire numero intero?" "Arghhhhh!! Non puoi farmi una domanda del genere in quinta! Va in frantumi tutto il percorso scolastico fatto… sigh!"

"Oggi abbiamo fatto verifica di storia, sugli antichi Greci. C’erano due immagini con delle costruzioni antiche, una ad Atene ed una a Segesta, chiedevano se c’entravano l’una con l’altra.. Una era il par.. por.. Pordenone!" "Princi, sarà stato il Partenone!!" "ah sì, beh ci assomiglia"

Un paio di settimane fa la prima notizia del TG era stata : "Borse europee in picchiata, perdite anche del 60%". Princi sta mangiando avidamente la pasta, alza gli occhi, vede un ufficio finanziario ed esclama: "Ma dov’è la signora che è stata picchiata? " "Quale signora? " "Quella della borsa, hanno detto che è stata picchiata per una borsa!" "No Princi, la Borsa è un sistema finanziario, di soldi, ma non un accessorio femminile" "Ahhh, io mi domandavo dove l’avessero picchiata e poi hanno detto il sessanta per cento, ho pensato ma come hanno fatto a portarle via il sessanta per cento, hanno spartito i soldi nel borsellino??"

Oggi è andata al Carnevale per i bambini in Piazza dei Signori, erano previsti laboratori, musica, danze con Thierry Parmentier… Mi è dispiaciuto non aver potuto accompagnarla, ma numeri ed incartamenti vari, ben poco entusiasmanti, hanno richiesto la mia attenzione… uffff!!

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Abbiamo visto la luna di Cecilia Meireles

Abbiamo visto la luna nascere, nella sera chiara.

I diamanti spargevano rugiada, le aeree frange delle onde e le finestre si aprivano su foreste piene di cicale.

Abbiamo anche visto la nuvola nascere alla fine dell”ovest.
Nessuno le ha dato importanza.
Sembra una pena sciolta — dicevano.
Un fiore senza petali.

Abbiamo visto la luna nascere, nella sera chiara. Saliva con il suo diadema trasparente, lenta, reggendo tanta gloria.

Ma la piccola nuvola correva veloce nel ciclo. Riunì eserciti di lana scura, si levò dovunque l”inquietudine dell”ombra.

Quando abbiamo voluto un’altra volta il chiarore lunare. abbiamo udito la pioggia sferzare contro i vetri, e la foresta dibattersi nel vento.

Dietro le nuvole, però,
sapevamo che continuava ad esserci, gloriosa e intatta.
la luna.


Questa voce è stata pubblicata il 5 febbraio 2008. 3 commenti